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.TEOCRAZIAsmo, i doveri verso la patria, la diffidenza verso la carne, il cor-po e le passioni, la bellezza del lavoro manuale, la sottomissioneal potere politico, i doveri verso la povera gente.Che cosa tro-verebbe da ridire il parroco del paese? Patria, Lavoro, Famiglia,la santa trinità laica e cristiana.Il pensiero laico non è un pensiero scristianizzato, ma cristia-no-immanente, nel quale, dietro un linguaggio razionale, spo-stato sul piano del concetto, persiste la quintessenza dell'eticacristiana.Dio lascia il cielo per scendere sulla terra.Egli nonmuore, non viene ucciso, non viene utilizzato con parsimonia,ma lo si acclimata sul terreno della pura immanenza.Gesù restal'eroe delle due visioni del mondo, soltanto gli si chiede di siste-marsi l'aureola, di evitare l'ostestazione del segno.Da qui una definizione relativistica della laicità: mentre l'epi-steme resta cristiana, si fa come se la religione non imbevesse,non impregnasse le coscienze, i corpi, le anime.Si parla, si pen-sa, si vive, si agisce, si sogna, si immagina, si mangia, si soffre, sidorme, si concepisce da ebreo-cristiani, modellati da duemilaanni di condizionamenti del monoteismo biblico.Quindi il lai-cismo si batte per consentire a ognuno di pensare quello chevuole, di credere al suo dio, a patto che non lo faccia pubblica-mente.Ma pubblicamente è la religione laicizzata di Cristo acondurre le danze.Non c'è nessuna difficoltà, in tal caso, ad affermare nella Re-pubblica francese contemporanea l'uguaglianza dell'ebreo, delcristiano, del musulmano, del buddista, dello shintoista, dell'a-nimista, del politeista o dell'agnostico e dell'ateo.Tutto può bendare l'impressione che le scelte si equivalgano, quando vengonovissute nel foro interiore e nell'intimità della coscienza, dal mo-mento che fuori, a livello della vita pubblica, i quadri, le forme,le forze, cioè l'essenziale - etica, politica, bioetica, diritto - re-stano ebraico-cristiani.3.12.Per una laicità postcristianaDobbiamo pertanto andare oltre una laicità ancora troppoimpregnata da ciò che essa vorrebbe combattere.Una laicità da 3.PER UNA LAICITÀ POSTCRISTIANA197lodare per quello che è stata, da elogiare per le passate battaglie,da complimentare per ciò di cui le siamo debitori.Ma le batta-glie di oggi e di domani richiedono armi nuove, meglio forgiate,più efficaci, strumenti adatti alla nostra epoca.Ancora uno sfor-zo, dunque, per scristianizzare l'etica, la politica e tutto il resto.Ma anche la laicità, che avrebbe tutto da guadagnare emanci-pandosi ancora di più dalla metafisica ebraico-cristiana e chepotrebbe servire davvero nelle guerre future.Mettendo infatti tutte le religioni e la loro negazione su unpiano di uguaglianza, come invita a fare la laicità oggi trionfan-te, si avalla il relativismo: uguaglianza tra pensiero magico e pen-siero razionale, tra la favola, 0 mito e il discorso argomentato, trail discorso taumaturgico e il pensiero scientifico, tra la Torah e ilDiscorso sul metodo, il Nuovo Testamento e la Critica della ra-gion pura, il Corano e la Genealogia della morale.Mosè vale Car-tesio, Gesù Kant e Maometto Nietzsche.Uguaglianza tra il credente ebreo - convinto che Dio si rivol-ga ai suoi antenati per confidargli la sua scelta, e per fare ciò gliapre il mare, ferma il sole ecc.- e il filosofo che procede secon-do il principio del metodo ipotetico-deduttivo? Uguaglianza trail fedele - convinto che il suo eroe, nato da una vergine, croci-fisso sotto Ponzio Pilato, resuscitato il terzo giorno, seduto alladestra del padre a godersi da allora giorni tranquilli - e il pensa-tore che smonta la costruzione di una credenza, la fabbricazio-ne di un mito, la creazione di una favola? Uguaglianza tra il mu-sulmano - persuaso che bere un bicchiere di vino e mangiare unarrosto di maiale gli preclude definitivamente l'accesso al para-diso mentre invece l'uccisione di un infedele gliene spalanca leporte - e l'analista scrupoloso che, sulla base del principio posi-tivista ed empirico, dimostra che la credenza monoteistica ha lostesso Valore di quella dell'animista dogon che crede che lo spi-rito dei suoi antenati ritorni sotto forma di una volpe? Se la ri-sposta è sì, allora è meglio smettere di pensare.Questo relativismo è dannoso.Ormai, col pretesto della lai-cità, tutti i discorsi si equivalgono: l'errore e la verità, il vero e ilfalso, il serio e lo stravagante.Il mito e la favola pesano quantola scienza.Il sogno quanto la realtà.Ma non è affatto vero che idiscorsi si equivalgono: quelli della nevrosi, dell'isteria e del mi- 198 IV.TEOCRAZIAsticismo appartengono a un mondo diverso da quello del positi-vista.Come non è giusto mettere sullo stesso piano vittima e car-nefice, così non si deve tollerare la neutralità, ostentare benevo-lenza per ogni forma di discorso, compresi quelli che apparten-gono al pensiero magico.Bisogna restare neutrali? Ci possiamopermettere ancora questo lusso? Non credo.Nel momento in cui si profila uno scontro decisivo - forse giàperduto.- per difendere i valori dell'Illuminismo contro le af-fermazioni magiche, bisogna promuovere una laicità postcristia-na, ossia atea, militante e radicalmente opposta a quella che ciobbliga a scegliere tra la religione ebraico-cristiana occidentale el'islam che la combatte.Né Bibbia né Corano.Ai rabbini, ai pre-ti, agli ayatollah, agli imam e ai mullah, io continuo a preferire ilfilosofo.Contro tutte le teologie strampalate, preferisco fare ap-pello alle correnti di pensiero alternative alla storiografia filosofi-ca dominante: burloni, materialisti, radicali, cinici, edonisti, atei,sensisti, gaudenti.Essi sanno che esiste un solo mondo e che ogniofferta di un oltremondo ci fa perdere l'uso e il beneficio del so-lo mondo esistente.È questo il vero peccato mortale. BibliografiaParte prima.ATEOLOGIA1.Povertà ateaLa bibliografia dedicata al problema dell'ateismo è carente.Inconfronto alle pubblicazioni consacrate alle religioni è rara - chi ha vi-sto uno scaffale "ateismo" nelle librerie, quando invece tutte le varia-zioni sul tema religioso dispongono di proprie sottosezioni? - e per dipiù di qualità scadente.Come se gli autori su questo argomento lavo-rassero per far contenti i deicoli! Henri Arvon apre il fuoco con un vo-lume della collana "Que sais-je?" intitolato L'athéisme [trad.it.L'atei-smo, in Id., Teismo e ateismo, a cura di Luigi Rodelli, Messina-Firen-ze, G.D'Anna, 1973]: la metà di questo libricino è dedicata all'atei-smo di Democrito, Epicuro, Lucrezio, La Mothe Le Vayer, Gassendi,Pierre Bayle, Thomas Hobbes, John Locke, Hume e altri che nonhanno mai negato l'esistenza di Dio o degli dèi.Analoga osservazio-ne per Hegel - ateo! Stirner è stato trattato in un capitolo consacratoall'ateismo nietzschiano, quando il suo unico libro L'Unico e la suaproprietà risale all'anno di nascita di Nietzsche; ecco un nietzschianoprecoce! Altra cantonata: l'assenza di Freud, autore, tuttavia, de L'av-venire di un'illusione - di cui si può leggere la traduzione francese diMarie Bonaparte [in edizione economica da Bollati Boringhieri, 1990]- che analizza le radici della religione e si colloca nella tradizione deigrandi testi decostruttivi del fenomeno religioso.Henri Arvon, stori-co dell'anarchismo, ha finito col convertirsi al libertarismo, un ultrali-beralismo che, a suo tempo, piaceva molto a Ronald Reagan [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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